Omicidio Gambirasio: possibile svolta. Questo è uno dei casi di cronaca nera più seguiti ed efferati che torna a far parlare di sé. Pare che le prove che sia stato Massimo Bossetti a uccidere Jara Gambirasio siano ambigue, infatti, a “Le Iene” viene rivelata una possibile svolta sulla verità.
Torniamo a un fatto di cronaca che ha tenuto con il fiato sospeso milioni di telespettatori. Si tratta dell’omicidio di Yara Gambirasio, la piccola ginnasta, scomparsa il 26 novembre 2010. Successivamente il 26 febbraio 2011 viene ritrovata morta a Chignolo d’Isola, in provincia di Bergamo, in un campo aperto. Si parla di uno dei casi di cronaca nera più parlati ed efferati. La risposta mediatica è ancora forte tutt’oggi, a distanza di anni. Restano grandi domande che hanno ancora bisogno di una valida risposta.
Ricostruiamo i fatti della vicenda.
Nel 2010, all’epoca della sua scomparsa, Yara ha 13 anni, si trova al centro sportivo del suo paese. È una ginnasta che si allena nella sua disciplina preferita, la ginnastica ritmica. La sua è pura passione e grande predisposizione per tale sport. Ecco che di lei proprio in quel pomeriggio, alle 17:30 del 26 novembre 2010, si perde ogni traccia. La famiglia fa subito denuncia aprendo un fascicolo per il sequestro di persona. Vengono richiesti anche i cani molecolari per le ricerche del suo corpo. Qualche mese dopo, causalmente il suo corpo viene ritrovato da un aeromodellista. La ragazzina è ritrovata senza vita. L’autopsia rivela le cause del decesso: ripetuti colpi di spranga, un trauma cranico, una ferita grave al collo e altre sei ferite relative a un’arma da taglio.
Il 12 ottobre 2018 il procedimento giudiziario si conclude con la condanna finale di ergastolo al muratore di Mapello, il 44enne Massimo Bossetti. Sposato e con tre figli è incolpato della morte della ragazzina dopo una violenza sessuale. A distanza di anni, però la storia torna a far parlare di sé a livello giudiziario, in alcuni programmi tv, tra cui primo fra tutti “Le Iene”, dove il giornalista Antonino Monteleone è entrato sull’argomento in merito alle prove d’accusa su Bossetti.
Omicidio Gambirasio: possibile svolta
Le prove che accusano Bossetti di omicidio non sono definitive e neanche certe al cento per cento. Le prove riportano anomalie, che alla fine potrebbero dare una svolta diversa e concreta al noto caso di cronaca nera. All’epoca, sul cadavere di Yara viene infatti trovata una traccia di Dna, collegata per anni a Ignoto 1. Con questo nome si è identificato quindi Massimo Bossetti, finito subito in manette. Successivamente è storico il video che vede Bossetti portato via in manette mentre è in cantiere a lavorare. Pare che per Bossetti ci sia sempre la possibilità di provare la sua innocenza, anche se resta l’omicida della ragazzina, a livello giudiziario.
Tornando alle anomalie sopra citate presenti sulle prove d’accusa nei confronti di Bossetti, sul reperto biologico si sono rinvenute oltre 200 anomalie. Ma la perizia contraddittoria richiesta dai legali non è mai accolta, purtroppo. Entrando in merito sulle prove di colpevolezza di Bossetti ci sono le microsfere di metallo e i fili tessili presenti sui vestiti della ragazzina. Entrambi rappresentano una prova inconfutabile di contatto tra Bossetti e Yara.
L’accusa sostiene che la ragazzina viene portata a bordo del furgone di Bossetti fino al campo aperto, in cui poi viene ritrovata morta. Le microsfere di metallo sono il residuo del lavoro edile del muratore. Dall’altra le fibre di tessuto costituirebbero il rinvenimento sul cadavere di Yara, relative alla fibra tessile dei sedili del furgone di Bossetti. Per la difesa del muratore, però questi fili tessili non sono schiaccianti come prova di colpevolezza per omicidio.