Curarsi con l’osteopatia è un percorso di conoscenza del nostro corpo. Si è proprio così
curarsi facendo riferimento all’osteopatia è una scelta di coraggio che a mio
parere e non quella che molti definiscono una medicina alternativa; perché il
farmaco non c’è.
Quando abbiamo un problema fisico legato alla nostra salute spesso crediamo si
tratti di un problema che solo rivolgendosi a qualcun altro possiamo risolvere ma
cosi non è.
Dimentichiamo infatti che il benessere di ognuno di noi è nelle nostre mani. Ecco
questa è la figura dell’Osteopata.
Per la mia esperienza personale di approccio all’osteopatia, l’osteopata è colui che
rieduca il nostro corpo al giusto equilibrio.
Il corpo, altro non è che un mero esecutore di quello che impone lo nostra mente,
quest’ultima alle volte impone al corpo comportamenti sbagliano sottoponendolo a
stress ingiustificato.
Il corpo tende a memorizzare questi comportamenti sbagliati che diventano per lui
abitudine, quasi assuefazione e motivo di tante patologie.
L’osteopatia è una tecnica usata infatti per le patologie più disparate.
Il mio contributo però non ha lo scopo di porre i lettori a confronto con l’osteopatia
cogliendone per così dire gli “aspetti tecnici” piuttosto quello di fare delle brevi
riflessioni su quello che di personale ha dato a me questa disciplina, grazie
soprattutto al mio osteopata.
Grazie a questa disciplina, ho potuto capire quanto parli il corpo e quanto sia
difficile capire il suo linguaggio, il suo rifiuto alle nostre imposizioni.
È come parlare di un trattato di economia ad un bambino per capire poi quanto di
ciò che è stato esposto è arrivato ad essere compreso da un bambino. Ma,
sottolineo ma, il corpo parla, anzi grida.
Dolori articolari, mal di testa, nevralgie, conseguenze negative di traumi fisici,
tensioni da stress e addirittura disturbi della fertilità, sono solo una piccola parte
delle cose che può curare questa disciplina.
L’osteopatia altro non è che quello strumento che permette di curare il nostro corpo
con il nostro corpo, sembra una ridondanza ma in realtà è una affermazione.
Ci aiuta al avviare quel processo di profonda conoscenza dell’io, ci aiuta a leggere i
nostri disturbi e i nostri comportamenti sbagliati, frutto di schemi ridondanti che
prendiamo per buoni se non altro per abitudine.
Perché allora non curare alcune patologie con questa tecnica piuttosto che con la
medicina definita impropriamente tradizionale? Beh la risposta è sempre la stessa.
È colpa delle aziende farmaceutiche che ci propongono farmaci a non finire, per
curare patologie analoghe quasi come le parole proposte nel dizionario dei
sinonimi per ciascun concetto. Ma in realtà dipende da noi.
Siamo noi a dover cambiare abitudine e smettere di uscire dalla farmacia carichi di
scatole di ogni genere, per iniziare un percorso di osteopatia che ci permetterà di
iniziare un dialogo con colui che ci accompagnerà per tutta la vita: il nostro corpo.