Macabra scoperta di resti umani ritrovati nelle campagne di Maranello.

A soli 50 minuti dalla casa dove abitava Saman Assan, la giovane pachistana, uccisa per motivi religiosi, sono stati ritrovati dei resti umani. Dai primi accertamenti, si presume appartengono a una giovane donna.

I resti umani sono stati trovati all’interno di un sacchetto di plastica, nei pressi del fiume Tiepido, a Torre Maina, una frazione di Maranello.

Comparazione DNA dei resti umani con quello di altri scomparsi

Il macabro ritrovamento è stato fatto da un uomo che si era recato sul luogo per raccogliere asparagi selvatici. Immediatamente, ha chiamato i Carabinieri che hanno avvertito gli organi competenti.

Tra le ossa ritrovate, c’è anche un cranio e una mandibola. Questi elementi saranno utili per la ricostruzione del DNA e risalire anche all’età della vittima.

Il giorno successivo al ritrovamento, anche un donna si è imbattuta in un altro pezzo osseo, lungo 30 centimetri, riconducibile a una colonna vertebrale, che risulta tagliata.

E’ passato un anno dalla scomparsa della giovane Saman e da allora il suo corpo è stato cercato ovunque. Per questo motivo, tutti hanno pensato che possa trattarsi proprio dei suoi resti.

Saman Assan uccisa dai familiari per aver rifiutato un matrimonio combinato

La scomparsa di Saman Assan, avvenuta il 30 aprile del 2021 da Novellara, ha colpito l’opinione pubblica.

La giovane pachistana che da tempo indossava abiti occidentali, venne uccisa e fatta scomparire perché aveva rifiutato un matrimonio combinato.

In Italia si era fidanzata e conduceva una vita regolare come i suoi coetanei, ma evidentemente nei progetti della sua famiglia c’era altro.

Lo zio accusato dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere della nipote

Hasnain Danish, lo zio della giovane vittima, in una chat aveva confessato al fratello minore di Saman di averla uccisa e che il lavoro era stato fatto molto bene.

L’uomo considerato l’esecutore materiale del presunto omicidio della 18enne, era fuggito dall’Italia.

Estradato dalla Francia è stato riportato in Italia dalla Polizia internazionale e consegnato ai Carabinieri di Reggio Emilia.

Dopo aver commesso il terribile gesto, l’uomo era fuggito dall’Italia ed era latitante da oltre 5 mesi. Catturato, non ha mai confessato e non aveva rivelato dove potessero trovarsi i resti della nipote.

A distanza di un anno, con il test del DNA si potrà fare chiarezza su questa storia. L’esito degli esami verrà comparato con quello di altri comparsi, ma occorrerà del tempo.