In Italia ogni anno più di 5000 donne si ammalano di tumore alle ovaie.

I dati rivelano che il picco si registra tra i 50 e i 70 anni, ma il rischio sale dai 40 anni in poi.

Per questo, come per altri tumori, la genetica gioca un ruolo rilevante. il dottor Sandro Pignata, Direttore dell’Istituto Nazionale Tumori IRCCS – Fondazione Pascale di Napoli afferma ciò. Almeno il 20% è di origine ereditaria.

Tumore alle ovaie: tutti fattori di rischio

Oltre alla genetica, ci sono tanti fattori di rischio da analizzare, ecco quali sono:

Fattori ormonali :  gli ormoni sono la prima cosa da analizzare. I motivi principali sono una comparsa precoce del ciclo mestruale, una menopausa tardiva o precoce e non aver avuto una maternità.

Un aumento del rischio è stato osservato anche nelle donne in menopausa sottoposte a terapia ormonale sostitutiva per almeno 10 anni.

Invece aver avuto una maternità anche con più figli, allattamento al seno e utilizzo di contraccettivi orali sono dimostrati dei metodi infallibili per non avere questo tumore alle ovaie.

  • Stile di vita: possono influire anche i fattori relativi allo stile di vita come alcol, obesità e dieta ricca di grassi.
  • Fattori ambientali: come una prolungata esposizione all’amianto e al talco.

La prevenzione

La prevenzione del tumore alle ovaie si ha con visite ginecologiche regolari, esse permettono  di individuare i primi segnali di neoplasie, riducendo così l’incidenza delle forme avanzate.

Ad esempio, per i tumori della cervice uterina, c’è stata una profonda riduzione grazie agli screening regolari precisa il dottor Pignata .

Ci si potrebbe riuscire anche col tumore alle ovaie ma non da segnali preventivi purtroppo. Viene quasi sempre diagnosticato in fase avanzata nell’80% dei casi, quando non c’è molto da prevenire.

Il medico spiega che le donne dovrebbero sottoporsi più spesso a visite e screening. Ciò per evitare la comparsa del tumore alle ovaie o altri.

Ma in realtà l’unica prevenzione è l’identificazione delle famiglie a rischio per la presenza di queste mutazioni genetiche.

il test BRCA è utilissimo per  capire se una donna è più predisposta a questi tumori prettamente femminili,  quello del seno e quello ovarico in particolare.

Ovviamente il test è preso con le “pinze”,  avere nel proprio corredo genetico le mutazioni dei geni BRCA 1 o 2 non vuol dire ammalarsi con certezza di tumore alle ovaie, ma indica solo un aumentato rischio.

Per forza una persona di competenza deve leggere il test.

Di solito il test BRCA viene proposto nell’ambito di un percorso di consulenza genetica, perché oltre che all’ovaio, la mutazione del  gene BRCA espone anche all’insorgenza di altri tumori come:

  • il carcinoma della mammella
  • del pancreas
  • prostata
  • delle vie biliari.

Insomma la parola più importante è prevenzione per il tumore alle ovaie: in ambito ginecologico la è importante anche per il papilloma virus e altre malattie infettive.

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