Spaghetti contaminati dal glifosato, svelati i nuovi marchi. In questi anni si è tanto parlato della pasta contaminata dal glifosato. Sembra che ci siano anche grandi marche incriminate. Purtroppo, diversi studi hanno evidenziato come il glifosato possa essere molto pericoloso e dannoso anche a basse dosi.
Nello specifico, sembra che il glifosato possa creare danni non indifferenti sul fegato e sul sistema endocrino. Quando è uscita fuori questa notizia, erano incriminate soltanto delle confezioni di pasta vendute da Eurospin e Lidl.
Adesso, dopo tante ricerche è emerso che sono ben 7 i marchi in cui è stato trovato il glifosato. In tutti questi anni, quindi, la situazione non è affatto migliorata. Purtroppo sembra che la situazione sia proprio peggiorata.
Spaghetti contaminati dal glifosato
Il glifosato è molto dannoso per la nostra salute, soprattutto per il nostro fegato ed il nostro sistema endocrino. Il pesticida è considerato una sostanza valutata come probabilmente cancerogena. A stabilirlo è stato l’Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro di Lione.
Ma quali sono sostanzialmente queste sette marche di pasta che sono srisultate contaminate dal pesticida? Tra queste citiamo:
- Eurospin
- Lidl
- Divella
- Garofalo
- Esselunga
- Rummo
- Agnesi.
Secondo un’inchiesta portata avanti da Il Salvagente, la presenza del pesticida in alcune marche potrebbe dipendere dall’impiego di grano straniero nella produzione.
Ad essere sotto accusa per lo più è il grano canadese, ma si tratta di ipotesi non ancora confermate. Ad esempio Agnesi avrebbe smentito l’utilizzo del grando contaminato dal glifosato proveniente dal Canada.
L’analisi de Il Salvagente
Sempre secondo l’analisi effettuata da Il Salvagente, gli spaghetti migliori sono i seguenti: Molisana, De Cecco, Coop, Alce Nero.
“A chi vi domanda perché dovrebbe interessare trovare livelli così bassi di glifosato nella pasta bisognerebbe chiedere: chi ha stabilito i livelli consentiti nella pasta?
Solo di recente sono state effettuate ricerche del genere. Da quando si è scoperto che queste basse dosi, lavorando ai livelli dei nostri ormoni, possono interferire con l’attività ormonale”. Questo quanto dichiarato da Fiorella Belpoggi, direttore scientifico dell’Istituto Ramazzini.