Pensioni e Quota 100, quale accadrà con il nuovo governo Draghi? Ancora il futuro del nostro paese è piuttosto incerto e non si sa che cosa accadrà. Una cosa però sembra essere certa, ovvero che anche se la Lega ed il Movimento cinque stelle dovessero entrare nel nuovo esecutivo, Mario Draghi è stato già molto chiaro.
Ma cosa farà il nuovo Premier? Intanto, si rimane in attesa delle nuove consultazioni che dovrebbero ripartire nelle prossime ore. Si parla già di nuovi Ministri tecnici e politici e si pensa alle pensioni ed a cosa potrebbe accadere.
Mario Draghi sarebbe stato incaricato come nuovo Presidente “con riserva”.
Pensioni e Quota 100, cosa farà Mario Draghi?
Il tema pensioni è uno dei più caldi di sempre ed anche in questi giorni dovrà essere affrontato con urgenza da Draghi. Attualmente è in vigore Quota 100, ovvero quella misura pensionistica che da la possibilità di poter uscire dal mondo del lavoro anticipatamente.
Nello specifico con Quota 100 si può uscire dal lavoro una volta compiuti 62 anni di età e maturato 38 anni di contributi. Ad oggi sembra quasi improbabile che Draghi possa prorogare Quota 100, anche se dovessero tornare al governo M5s e Lega.
Proprio qualche anno fa Draghi, quando ancora alla guida della Bce pare parlasse di voler allungare la vita lavorativa. In questo modo, secondo Draghi ci sarebbe la possibilità di garantire un tenore di vita adeguato agli anziani del futuro.
Per tutte queste ragioni, ma anche per il fatto che i costi diventerebbero eccessi qualora Quota 100 diventasse strutturale, si ipotizza che la misura abbia vita breve.
Il Governo Conte aveva pensato a Quota 102, una misura che permettesse di andare in pensione avendo compiuto 64 anni di età e 38 anni di contributi. Adesso però è tutto fermo e non si sa effettivamente che cosa accadrà nei prossimi mesi.
“È necessaria quindi una riforma seria e duratura, che consenta a tutti i lavoratori di poter scegliere quando andare in pensione dopo i 62 anni o con 41 anni di contributi, ed in particolare che affronti il tema di chi fa i lavori manuali o gravosi, riconosca il lavoro di cura e la situazione specifica delle donne e che dia una prospettiva previdenziale ai giovani e a chi fa lavori poveri o discontinui”. Queste le dichiarazioni rilasciate dal segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli.
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