La propagazione del virus cinese si deve alla sua lunga incubazione Coronavirus prima dei sintomi, dopo l’esposizione diretta al virus. In media i primi sintomi si manifestano 5,1 giorni dopo l’esposizione del soggetto sano al virus trasmesso da un soggetto infetto. A tale conclusione è giunta l’indagine della Johns Hopkins University. In seguito lo studio dell’università americana è stato pubblicato sulla rivista Annals of Internal Medicine.
Quindi si stima che la media dell’incubazione sia 5 giorni, anche se la maggioranza dei casi evidenzia i sintomi entro 11 giorni. Per tale motivo si raccomanda come forma cautelativa una quarantena di almeno 14 giorni. Solo in rari casi i primi sintomi del Coronavirus si evidenziano oltre i 2 giorni dopo.
Per arrivare a tale conclusione, il team di scienziati ha analizzato vari casi cinesi nel periodo di febbraio 2020. Si sono soffermati così sul tempo di cova del Covid-19. Alla fine hanno rivelato che il 97.5% delle persone colpite da infezione da SARS-CoV-2 mostrano i sintomi entro 11,5 giorni dopo l’esposizione.
Perciò i ricercatori hanno concluso che ogni 10 mila persone messe in quarantena per due settimane, 101 (circa) potrebbero presentare qualche sintomo dopo il periodo di isolamento.
Incubazione Coronavirus: studio della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health
Gli scienziati della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health per questa ragione segnalano i 14 giorni di quarantena. Si tratta di un valido periodo per controllare i pazienti. In sostanza, in questo arco di tempo è possibile rilevare un possibile contagio. In modo da monitorare i soggetti ed il possibile sviluppo della malattia.
Nel corso dello studio si sono esaminati 181 casi della zona Hubei. Che si sono individuati prima del 24 febbraio. Il campione si componeva di soggetti che conoscevano il periodo del contagio. In quanto avevano viaggiato da o verso Wuhan. Proprio analizzando questi individui hanno stimato un periodo medio di incubazione Coronavirus prima dei sintomi di 5,1 giorni.
Inoltre hanno ipotizzato altri dati rilevanti quali il possibile periodo dell’esposizione e la comparsa dei primi sintomi. Dopo aver valutato ogni caso i ricercatori hanno formulato un modello di distribuzione del periodo di incubazione.
Sulla base dei dati raccolti, Justin Lessler, professore di epidemiologia della Johns Hopkins, indica i 14 giorni come periodo valido per la quarantena. Ma anche come tempo necessario per monitorare i casi. Dal punto di vista scientifico questa informazione è importante per determinare lo sviluppo dell’infezione. Inoltre il tempo di cova del virus permette di mettere in campo delle misure di tutela più efficaci per contenere i contagi a partire dalla stessa la quarantena.