Dopo i proclami su un farmaco promettente per la cura dei pazienti, iniziano a circolare i primi dubbi sul rapporto tra idrossiclorochina e Coronavirus. Questo farmaco ha attirato grande curiosità. Divenendo ancora più popolare dopo l’annuncio del presidente Trump. Che ha ammesso di averlo usato a scopo preventivo contro il Coronavirus.
Ma di recente arriva la sospensione dell’Organizzazione mondiale della sanità. Che ha bloccato i test in corso su questo farmaco antimalarico. L’Oms ha infatti segnalato delle preoccupazioni sulla stessa sicurezza dell’idrossiclorochina. Un ostacolo grande nella cura del Coronavirus. Il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha reso nota la decisione. In particolare ha dichiarato che la sua sospensione è temporanea. Ma anche in via precauzionale. Quindi tutti i test clinici in corso sull’idrossiclorochina dovranno interrompersi per ora.
La decisione si è presa dopo la pubblicazione sulla rivista Lancet di uno studio. Il quale denuncia alcuni rischi legati con la cura. Nella ricerca si sottolinea che l’uso della clorochina e dei suoi derivati, è inefficace. Ma anche dannoso per gli stessi malati. Soprattutto se si usa per curare il Covid-19.
Contro le conclusioni dello studio è insorto l’infettivologo Didier Raoult, tra i pionieri nell’uso della idrossiclorochina. Il luminare ritiene lo studio alquanto confuso. Infatti ha detto di voler continuare con questo metodo. Così proseguirà l’uso nell’ospedale per le malattie infettive di Marsiglia.
Anche il direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Nicola Magrini aveva espresso sull’antimalarico delle perplessità. Queste le sue parole: “Sull’efficacia sappiamo poco, sui possibili danni e assenza di sicurezza in alcuni limitati sottogruppi di pazienti siamo abbastanza sicuri”.
I tanti studi condotti sull’idrossiclorochina e Coronavirus
Da parte sua l’Aifa aveva di recente autorizzato il più grande studio italiano. Che riguardava il personale sanitario in Italia. In quanto, più esposto al rischio di venire in contatto l’infezione. Il suo scopo era proprio quello di verificare l’uso prima dell’esposizione al virus. Per appurare se il farmaco riduce la probabilità di ammalarsi.
Tra gli altri studi su tale farmaco si segnala quello su Cop-cov (clorochina profilassi-coronavirus). Che si è svolto presso l’Università di Oxford. Uno studio coordinato dall’unità di ricerca in malattie tropicali dell’Università Mahidol di Bangkok (Moru).
Invece in Italia le indagini hanno impegnato l’Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar. In collaborazione anche con l’Ospedale Careggi di Firenze. Lo scopo di tale lavoro era quello di fare dei test sull’antimalarico in studi autorizzati. Poi l’Agenzia europea per i medicinali Ema nel mese di aprile ha sollevato una questione. Ossia gli effetti indesiderati di clorochina e di idrossiclorochina. Così sono sorti i dubbi sul farmaco usato come cura contro il Covid-19.