Covid in Italia, continua a crescere la paura per ciò che sta accadendo non soltanto nel nostro paese ma in tutto il mondo. Continua a crescere giorno dopo giorno il numero dei positivi al Covid-19 e purtroppo aumenta anche il numero delle vittime. Secondo gli esperti, le cause principali delle migliaia di morti di questi giorni sono le seguenti ovvero:
- la larga diffusione del virus
- l’età media alta
- la scarsità del tracciamo che avrebbe dovuto rallentare la seconda ondata.
Covid in Italia, differenze tra la prima e la seconda ondata
Si parla tanto di prima e di seconda ondata ed in questi giorni anche di una terza. Ma sostanzialmente cosa è cambiato tra la prima e la seconda?
Ci sarebbe un numero differente di casi, di tamponi effettuati e di vittime, che purtroppo però in questi giorni stanno tornado a salire vertiginosamente.
“La letalità del Coronavirus è di 10 decessi su mille contagiati a undici giorni dalla diagnosi della loro positività e il numero degli infettati a fine novembre è di poco meno di tre milioni e mezzo cioè il 5,6% della popolazione, un valore molto lontano dall’immunità di gregge”.
E’ questo quanto dichiarato da Cesare Cislaghi, epidemiologo e statistico medico dell’Università di Milano. Quest’ultimo ha spiegato che tra la prima e la seconda ondata non si sono delle grandi differenze.
La novità sostanziale riguarda la capacità di poter individuare i positivi grazie ad un crescente numero di molecolari che hanno dato la possibilità di poter ottenere dei dati molto importanti.
Inoltre, Cesare Cislaghi aggiunge anche che un’altra differenza riguarda l’utilizzo di altre modalità come gli screening con test antigenici che hanno permesso di individuare sempre più nuovi positivi.
Le cause
A spiegarci le cause è stato Michele Tizzoni, fisico e ricercatore dell’Isi di Torino. Quest’ultimo ha spiegato come a fine giugno i morti erano circa 35 mila, a luglio e agosto poco meno di 600 e da settembre a dicembre circa 23 mila. Un dato quest’ultimo, purtroppo, destinato a crescere. Secondo l’esperto nella seconda ondata c’è stata una maggiore tracciabilità e la letalità è apparsa minore. Tuttavia secondo Tizzoni, i conti vanno fatti alla fine.
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