Una recente modifica è stata apportata al bonus di 600 euro ai professionisti. Tale indennità spetta anche ai professionisti ed autonomi iscritti alle Casse private. Un cambiamento previsto in data 1° aprile 2020. Quando si è pubblicato il decreto attuativo dell’art. 44 del “Cura Italia”. Che dispone l’attuazione del “Fondo per il reddito di ultima istanza”. Quindi i professionisti iscritti agli Albi ed alle relative Casse di previdenza possono fare richiesta del Bonus di 600 euro ai professionisti. Il termine ultimo per la richiesta è il 30 aprile 2020.
Tale identità non sarà compresa nel calcolo del reddito imponibile. La pubblicazione del Decreto liquidità in Gazzetta ufficiale lo scorso 8 aprile evidenzia alcune modifiche. Che riguardano i requisiti per ottenere il bonus da parte di più di 400 mila professionisti. In pratica gli interessati dovranno ripresentare la domanda presso le proprie Casse di previdenza.
Dunque le domande dovranno essere ripresentate agli enti per ottenere il sostegno economico per l’emergenza Coronavirus. In base al Decreto liquidità, per ricevere il bonus bisogna essere iscritti ad una Cassa “in via esclusiva”. Proprio questa specifica mancava nella bozza del Decreto legge del 28 marzo. Che regolava le norme di assegnazione del bonus.
Le Casse hanno già ricevuto circa 420 mila richieste, tra le quali figurano anche quelle dei professionisti che svolgono un’attività da dipendenti. Queste ora saranno eliminate. Per le modifiche apportate si è posticipata anche la data di erogazione del bonus.
Chi può richiedere il bonus di 600 euro destinato ai professionisti
Possono accedere a questo tipo di sostegno coloro che non sono titolari di pensione. Ma anche i soggetti che nel 2018, hanno percepito un reddito non superiore a 35 mila euro. Se la loro attività professionale è stata limitata dai provvedimenti restrittivi anti Coronavirus. Possono accedere al bonus di 600 euro destinato ai professionisti, coloro che nell’anno 2018, hanno percepito un reddito complessivo tra 35 mila euro e 50 mila euro. E che hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività da libero-professionale per l’emergenza epidemiologica.
Il bonus si deve chiedere alla propria Cassa di appartenenza. Tale ente, dopo la verifica di correttezza della domanda, potrà versare il bonus. Nel rispetto dell’ordine cronologico delle domande pervenute. In più, le Casse devono inviare al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ed al Ministero dell’Economia e delle Finanze i dati delle istanze ricevute e di quelle ammesse al bonus. In modo da rimborsare le Casse che verseranno il denaro.
I professionisti iscritti agli Ordini hanno a disposizione un fondo di 200 milioni di euro per il 2020. Una somma non sufficiente rispetto ai destinatari. Tenendo anche conto delle modifiche dei requisiti per il bonus. Adesso l’indennità spetta agli iscritti in via esclusiva alle Casse private. Non ai titolari di un trattamento pensionistico. Una modifica che ha bloccato i pagamenti delle domande presentate dal 1° aprile.
In base ai nuovi requisiti, l’accesso al bonus si appurerà da parte dell’ente di appartenenza. In collaborazione con l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. O con un’autocertificazione da parte del professionista che richiede il bonus. Ma sono validi i pagamenti fatti dagli enti nel rispetto delle norme del decreto Cura Italia. Perché i nuovi requisiti entrano in vigore dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Liquidità (9 aprile).